Cenni Storici
Vicende Storiche dell'Ospedale-Ricovero Cronici
di Castelnovo Sotto
Il presente conributo rappresenta una prima sommaria esposizione di una ricerca sull'istituto ospitaliero e sulla politica assistenziale dello stesso a Castelnovo Sotto; commissionata a chi scrive ed all'amico nonché valido collaboratore Adige Bertolotti, dell'attuale consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo.
La ricostruzione storica si basa essenzialmente su fonti documentarie originali, recuperate dopo lungo lavoro nell'Archivio della Compagnia di Carità di Castelnovo Sotto, cui spettava la gestione dell'ospedale a partire dalla seconda metà del XV sec. fino ai giorni nostri.
L'Ospedale ha avuto un ruolo di primaria importanza nell'ambito della società castelnovese a tutti i livelli: sociale, politico, religioso e attraverso la storia le ha impresso un segno indelebile, proprio perché ha saputo rinnovarsi nei secoli con forze e contributi nuovi.
La tradizione locale, fa salire la fondazione dell'Ospedale al 1274, quando un gruppo di flagellanti (uno dei movimenti più diffusi nel XIII sec.) che da tempo vivevano nel paese occupandosi della cura dei malati ricevette l'autorizzazione ad erigere un'Hospitale da parte di Papa Gregorio X.
La prima notizia storica accertata risale invece alla seconda metà del XV sec., quando gli appartenenti alla Confraternita ricorsero a Papa Pio II per ottenere giustizia su una vertenza con tal Giovanni Maria del Pane che pare detenesse impropriamente il controllo dell'Ospedale e della stessa Confraternita. E' solo nella seconda metà del Cinquecento che iniziamo ad avere notizie continuative sulla gestione dell'Ospedale. Esso sorgeva già nell'attuale fabbricato in cui ora è situata la Casa di Riposo (Via Conciliazione ) ed aveva di fianco una piccola Chiesa decicata alla B.V. della Misericordia. Nel 1557 l'Ospedale e la Chiesa, così come il resto del paese furono orrendamente saccheggiati dalle stesse truppe del Duca d'Este (Signore di Castelnovo Sotto) che si ritiravano di fronte all'esercito ispano-imperiale proveniente dal parmense. L'anno seguente iniziarono lavori di restauro.
Negli anni compresi fra la fine del Cinquecento e la metà del Seicento la Compagnia si occupò di curare e sfamare gli ammalati e i pellegrini che si presentavano nell'ospedale.
Qui erano ricoverati un po' tutti gli abitanti della parrocchia di S. Andrea e di quelle vicine; ma non si rifiutava aiuto a pellegrini stranieri e neppure eretici, ebrei e perfino turchi. Le epidemie, le carestie, le avversità metereologiche e spoliazioni militari che nella seconda metà del XVII sec. e nei primi decenni del Settecento si accanirono contro queste nostre contrade, portarono i gestori dell'ospedale ad intraprendere una politica essenzialmente assistenzialistica, orientata verso la distribuzione delle elemosine e rivolta a poveri e pellegrini, lasciando cadere in disuso l'istituto ospedaliero.
Il secolo dei lumi non porta, almeno per i primi decenni, nassuna novità di rilievo, le distribuzioni delle elemosine si fanno più frequenti e l'Ospedale viene trasformato in semplice ricovero per viandanti.
Nel 1748 la Compagnia della Carità appositamente riformata e sotto la tutela del Marchese di Castelnovo Sotto, Maurizio Gherardini, ristrutturò l'antico ospedale rendendolo più confacente alle nuove esigenze mediche. Così restaurato, l'Ospedale fu fornito di due grosse camere, una per gli uomini e una per le donne con un totale di 18 posti letto. A partire dal 1768 al personale di servizio nell'Ospedale furono aggregati stabilmente e con salario fisso un medico e un chirurgo. Nella seconda metà del Settecento e per tutto l'Ottocento l'Ospedale di Castelnovo lavorò ed operò a pieno ritmo nell'ambito della società castelnovese svolgendovi un'importante ruolo sanitario rivolto soprattutto verso quegli strati della popolazione più poveri e più esposti alle malattie ed all'indigenza.
L'Ottocento fu un secolo di grandi cambiamenti, che investirono sia la gestione dell'Ospedale, sia le cure rivolte ai degenti. Questo fu soprattutto un secolo che vide numerosi e cospicui lasciti alla Congragazione di Carità attraverso i quali essa potè gestire ed aprire nuove prospettive alla politica sanitaria nel nostro comune. Nel 1840 il Dott. Angelo Prini fece un vistoso lascito: nel suo legato era contenuta una clausola con la quale si obbligava la Congregazione a mantenere stabilmente due cronici nell'Ospedale.
Cospicuo lascito fu pure quello di Teresa Bacchi Andreoli del 1864.
Infine nel 1890 fu la volta del Cav. Angelo Flori già Presidente della Congregazione stessa. Il suo legato prevedeva la ristrutturazione dell'Ospedale compreso la costruzione di una camera operatoria, che fu poi realizzata nel 1905. Già dal finire dell'Ottocento la Congregazione decise di venire in aiuto alle persone anziane del Comune, adibendo due locali dell'ospedale come asilo invernale per Cronici. Solo nell'ottobre del 1905 (con ulteriore conferma nel luglio 1921) la Congregazione di Carità deliberò la fondazione di un ricovero per cronici, curandone il funzionamento con l'aiuto di privati oblatori ed adibì alcune camere dell'Ospedale all'uopo.
L'istituzione aveva come scopo il mantenimento e l'assistenza dei poveri d'ambo i sessi inabili al lavoro. L'Istituto fu riconosciuto ed eretto in ente morale nel luglio 1930 dal governo Mussolini.
Dopo la seconda guerra mondiale venne portato a termine il nuovo Ospedale (iniziato nel 1938) ed al ricovero cronici fu assegnato tutto lo stabile dove ancora oggi è collocato (prima utilizzato come ospedale). La nuova gestione si occupò subito fin dal 1948 di emanare un "Regolamento interno e pianta organica del personale" con il quale disciplinare ed organizzare il lavoro e le degenze all'interno del Ricovero.
Tale regolamento rimase in vigore con vistosi ritardi e con principi che divennero ben presto vecchi e superati fin dal 1980, anno in cui una diversa gestione contribuì a mutare scopi e funzione delle Case di Riposo, adeguandole alla moderne forme di assistenza socio-sanitaria.
IVAN CHIESI
Per approfondimenti si consiglia la lettura del libro:
"ASSISTENZA E CARITA' A CASTELNOVO SOTTO" di Ivan Chiesi e Agide Bertolotti